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Appello di Venezia per una rinnovata cultura urbana

Nel corso del XX secolo si è formato in Europa un complesso apparato normativo che rispecchiava la volontà di tutelare le città storiche. In Italia esso rappresentava l’efficace risposta al pericolo di perdere il patrimonio culturale in momenti di cambiamenti radicali: durante la Rivoluzione industriale, con la trasformazione delle città per migliorarne l’igiene e la viabilità; nella prima metà del secolo con le distruzioni belliche; nel secondo dopoguerra con l’adozione di un nuovo modello insediativo diffuso sul territorio e basato sulla mobilità individuale che portò allo spopolamento e al degrado di molte città storiche.

Manca oggi un apparato normativo aggiornato che riconosca le peculiarità delle città distinte per il loro patrimonio culturale e tuteli la loro specificità e diversità alla luce dei radicali cambiamenti sociali in atto che portano a una mobilità di massa in forte crescita e all’allarmante distruzione delle risorse ambientali.

L’iniziativa nasce a Venezia, caso esemplare per interrogarsi sul futuro delle città con una storia millenaria: sia per le esperienze di tutela qui accumulate sia per il rischio di perdere la quasi totalità dei suoi abitanti nell’arco di due sole generazioni.
Venezia, come molte città storiche, offre un’alta qualità della vita e può fungere da modello per le future città sostenibili. La città vanta un’esperienza secolare di sostenibilità ambientale che si traduce in una costante manutenzione: è una città basata sulla mobilità pedonale composta da un denso patrimonio architettonico di altissima qualità ed è inserita in un delicato ecosistema naturale che nel tempo ha richiesto costanti interventi umani, la Laguna di Venezia.

Ma se una città come Venezia viene conservata nella sola consistenza fisica e il patrimonio materiale e immateriale viene ridotto a rispondere alla sola domanda dell’economia del turismo è inevitabile la perdita della complessità e della potenzialità dei suoi significati e valori.

A livello mondiale prevale ancora il luogo comune del turismo come importante settore economico da sviluppare e sostenere, anche a scapito di altri settori e senza riguardo alla complessità culturale del turismo stesso. Venezia è un ottimo esempio degli esiti negativi di questa impostazione.

L’attuale crisi dovuta alla pandemia Covid ci pone dinanzi a un bivio: liberalizzare le già indebolite norme che tutelano il patrimonio culturale materiale e immateriale per rilanciare e rinforzare una prepotente economia turistica o intraprendere la strada della diversificazione e della sostenibilità?

Il presente Appello vuole dare gli strumenti per costruire un consenso intorno alle numerose ricerche e raccomandazioni di enti nazionali e internazionali di tutela che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno messo in evidenza le criticità che una città storica deve affrontare nel XXI secolo e le possibili risposte.

Riteniamo che tutte le città riconosciute oggetto di tutela per il loro elevato valore storico-artistico devono rimanere e ridiventare luogo abitato, di elevata qualità della vita, diversità culturale, benessere del singolo e della collettività, di giustizia e coesione sociale, di una economia differenziata, sostenibile ed efficiente.

Dopo oltre 50 anni di lavoro per il restauro la formazione, la valorizzazione della città, l’Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia intende affidare a questo Appello il loro concreto impegno per il futuro della città. A questo scopo è stato formato un gruppo di lavoro interdisciplinare di istituzioni e studiosi che ha lavorato per circa un anno confrontandosi anche con advisor internazionali, istituzionali e non.

La proposta

La prima bozza del documento è stata presentata in occasione di una giornata di studi internazionale il 1° Ottobre 2020 presso il teatrino di Palazzo Grassi a Venezia con il patrocinio della Confederazione Svizzera, Consolato Generale di Svizzera a Milano, del Centro Tedesco di Studi Veneziani con l’Incaricata del Governo Federale per la Cultura e i Mass Media della Repubblica Federale di Germania.

L’impegno è di:

• superare l’impostazione di sola conservazione dei soli beni culturali materiali, come codificata nella Carta di Venezia del 1964 e tuttora alla base delle legislazioni in vigore;

• ottemperare agli obiettivi della Convenzione di Faro del 2005, che riconosce il diritto al patrimonio culturale e la responsabilità della società nei suoi confronti;

• dare un contributo in armonia con la Dichiarazione di Davos del 2018, nella quale gli stati europei si impegnano a favorire una politica di sostegno per la cultura della costruzione di qualità e affermano che è il momento di adottare misure per impedire che le evoluzioni e le tendenze sociali, economiche, ambientali e climatiche presenti e future riducano ulteriormente la qualità dello spazio edificato e di far sì che i cambiamenti che si delineano siano invece percepiti come un’opportunità per migliorare la situazione (…);

• puntualizzare e integrare le raccomandazioni dell’UNESCO contenute nel documento RECOMMENDATION ON THE HISTORIC URBAN LANDSCAPE del 2011;

• richiamando anche la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (2003);

proponendo come contributo dell’Italia un Appello per una rinnovata cultura urbana, uno strumento per cittadini, amministratori e decisori politici per far fronte alle emergenze di assenza di tutela e per valutare e indirizzare progetti di trasformazione e proposte legislative riguardanti i centri storici urbani in Italia e Europa, che ne riconoscano le peculiarità e la storia, con la conseguente esigenza di un apparato normativo che ne tuteli la specificità e la diversità.

Seminari e conferenze, promossi in primo luogo a Venezia con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche nazionali e internazionali, ne dovranno favorire la diffusione, e incentivare la traduzione dei principi contenuti nell’Appello in azioni concrete.